In questi ultimi anni gli studi promossi sul "www.ilcastellodiaglie.it" hanno privilegiato i grandi protagonisti delle fasi più antiche della Residenza: Filippo d'Agliè per quella dei San Martino, Benedetto Maria Maurizio con Carlo Felice e Maria Cristina per il periodo sabaudo. Il volume curato da Giuse Scalva dilata ora le conoscenze verso i duchi di Genova (1849-1940), Ferdinando è figlio cadetto di Carlo Alberto e i suoi figli Tomaso e Margherita, e infine Ferdinando, i suoi fratelli e le sue sorelle. Agliè non è solo uno sfondo per le loro esistenze: è il terreno dove essi misurano le proprie capacità di amministratori di un tenimento importante, costituito da trecento giornate di terreno, un parco da arricchire nella fauna per la caccia e nella flora per il piacere dello spirito, tre cascine produttive, una dimora imponente dove ritrovarsi in famiglia, con se stessi nella quieta dimensione della campagna, lontani dalle tensioni della vita di corte. Il Castello, che con il primo duca Ferdinando (1822-1855) si era presto chiuso nel lutto per la sua prematura scomparsa con Tomaso (1854-1931) conosce una stagione feconda, le sale tornano a risuonare delle voci degli ufficiali ospiti del duca, dell'aristocrazia in visita all'abile ammiraglio, dei diplomatici e capi di Stato, dei rappresentanti -spesso parenti -delle più illustri casate d'Europa, degli amici conosciuti nei lunghi viaggi di mare e di terra, dei giochi dei sei principini, per i quali viene allestito il campo da tennis presso le scuderie.
Tomaso di Savoia Genova è stato un principe viaggiatore, ha più volte percorso il giro del mondo con scopi politico-commerciali, ha intessuto rapporti diplomatici con le principali dinastie orientali. Il viaggio compiuto sulla Vettor Pisani (1879-1881) che ha portato la nave italiana nei principali porti dell'Estremo Oriente ha permesso al principe di attraversare l'Oceano Indiano da Aden a Penag, mentre Luchino Dal Verme, che era stato suo precettore, lasciata la nave italiana, raggiungeva Bombay e proseguiva attraverso il territorio indiano via terra per Calcutta. E' il viaggio di Luchino Dal Verme che attraverso il diario scritto: Giappone e Siberia offre una puntuale descrizione dell'India di fine Ottocento.