Il libro è tratto da una storia vera di emigrazione che coinvolge una famiglia di contadini piemontesi. Le vicende si snodano tra le montagne canavesane e la sconfinata Frontiera americana, nel complicato mondo di fine Ottocento, quando i casi di emigrazione in cerca di lavoro dall'Italia verso le terre d'America raggiungono proporzioni da esodo.
Campagne avare e miniere di carbone divoratrici di braccia segnano il destino degli emigranti che tentano in ogni modo di aprirsi un varco verso il benessere, talora sfidando il destino e l'ignoto in avventurosi viaggi oltre oceano, con lavori disumani nelle miniere di carbone.
Accanto alle difficoltà della vita, la storia evidenzia le complicazioni sentimentali dei protagonisti. Amori capaci di travolgere intere famiglie si mescolano alle vicende quotidiane di un mondo contadino arcaico a cui giunge l'eco delle prime lotte operaie e delle proteste dei minatori delle miniere di carbone.
L'autore arriva al romanzo dopo lunghi e approfonditi studi sulla cultura contadina, sull'ambiente minerario e sull'etnografia. Ne scaturisce un libro capace di offrire al lettore suggestioni profonde di un mondo legato alla terra e alla famiglia, substrato fondamentale del Piemonte dei nostri giorni.