Ceresole Reale è una "terra Alta" e di frontiera, pertanto racchiude in sè valori estremi, che vanno dalla parlata con componenti franco-provenzali significative a un'economia indipendente, alimentata per molti secoli dalle cospicue ricchezze del territorio, fino all'ambiente naturale ricco di risorse e di peculiarità uniche nel loro genere a livello continentale.
Il libro affronta il problema di una storia locale letta attraverso la lente dell'Archeologia e della cultura materiale prima ancora che attraverso i documenti storici, peraltro scarsi per la Valle Orco, per via di un incendio ottocentesco che distrusse il fondo dei Consegnamenti presso l'Archivio di Stato di Torino.
Il risultato è un volume che vuole informare il lettore circa le dinamiche insediative che hanno caratterizzato il solco dell'Orco e in particolare la testata valliva, prendendo in esame le componenti economiche che l'hanno definita: dalla monticazione dapprima caprovina e poi prevalentemente bovina, alla metallurgia, fiorita in questo ambiente precocemente, ben prima che i grandi complessi industriali avessero origine. Quando poi le risorse della metallurgia sono venute meno per la migrazione verso i paesi emergenti delle coltivazioni minerarie, Ceresole ha saputo trarre ricchezza dalla produzione idroelettrica di cui il volume traccia la storia.
Il libro è scritto a molte mani, così, intorno al filo conduttore più propriamente storico e archeologico, s'innestano componenti specialistiche che toccano la linguistica, la geografia e specifici accadimenti storici o eventi economici e scientifici che hanno segnato in maniera indelebile la conca di Ceresole Reale.
Il volume rende anche conto dei passati fasti di questa terra, quando primeggiava a livello continentale con le più prestigiose località di turismo montano. Lo stesso volume ci piace pensare che potrà forse fornire un contributo al complesso programma di rilancio in funzione di una mutata sensibilità del turista del XXI secolo.