Il romanzo è incentrato sulla Guerra del Canavese. Il Medioevo è contrassegnato da grandi e piccole guerre, tutte cruente e nefaste, soprattutto per la popolazione civile. Il Canavese ha vissuto la sua stagione peggiore negli oltre cinquant'anni tra il 1338 e il 1391. Già alla fine del Duecento questa terra fu segnata da gravi contese tra guelfi e ghibellini. Particolarmente significativa è la sequenza di guerre provocate dal ghibellino marchese Guglielmo di Monferrato, detto Spadalunga, che morì prigioniero degli alessandrini, chiuso in una gabbia di ferro appesa fuori dalle mura, esposto alle intemperie e al pubblico ludibrio.
Questi accadimenti dovettero essere davvero gravi se addirittura Dante ricorda questa terra nel Purgatorio.
Dopo le vicende cantate da Dante trascorse qualche decennio di calma apparente, poi, nel triennio 1338/1340, le terre canavesane furono dilaniate da una guerra cruenta che oppose nuovamente il partito dei guelfi a quello dei ghibellini, che con la partecipazione di famosi capitani di ventura e signori d'alto lignaggio, provocò ovunque morte e distruzione.
Le vicende di questa guerra fanno da sfondo alla storia di un personaggio che si muove nel grande teatro delle valli e della pianura canavesana, talora intersecando fatti politici e accadimenti militari, altre volte semplicemente vivendo momenti di vita quotidiana in una società che stenta a trovare la strada, ove emergono spunti folklorici e tradizioni antiche.